Pasquale De Rossi, detto Pasqualino Rossi, nacque a Vicenza nel 1641 e si formò inizialmente in Veneto; presto si trasferì a Roma, dove fu attivo fin dagli anni Sessanta, conquistando prestigio personale e professionale, al punto da essere ammesso tra i virtuosi del Pantheon nel 1668 e all'Accademia di San Luca nel 1670 e che le sue opere furono acquistate da nobili famiglie romane (Colonna, Pallavicini, Doria Pamphilj ed altre) ed esportate in Spagna.
L'esposizione, la prima dedicata a Pasqualino Rossi, intende inserire il pittore nel contesto culturale in cui si trovò ad operare sino alla morte (1722), proponendo confronti non scontati nell'intento di farne risaltare la fisionomia nel dialogo con antecedenti e contemporanei. Si inizia con una grande “Deposizione di Cristo”, nella quale il recente restauro ha rivelato la firma, rarissima. Poi opere con scene di genere che descrivono una quotidianità intima e dimessa, guardata con profonda partecipazione sentimentale. Interessante il confronto con Giuseppe Maria Crespi: la “Lezione di cucito” di Rossi, conservata al Louvre, fino al 1935 era attribuita al giovane Crespi, acquisita alle collezioni reali francesi alla metà del Settecento come opera bolognese. Longhi poi la attribuì al Rossi, proprio Longhi che leggeva in Rossi le permesse culturali e stilistiche dei grandi maestri italiani del Sei-Settecento (la “Prova di concerto” di Rossi ha chiari rimandi a Pietro Longhi).
Il percorso non è cronologico per la difficoltà di datare con precisione le opere in assenza di documenti. La sequenza è comunque in linea di massima dalle più antiche in avanti, cioè dal retaggio veneto in poi, documentando l'evoluzione stilistica. Alcune sale propongono dialoghi con altri artisti su soggetti similari. Molte delle opere esposte sono inedite. Ha contribuito in maniera significativa Fabrizio Lemme, collezionista di Rossi di vecchia data, il quale ha arricchito il catalogo dell'artista e ha fatto rientrare in Italia la “Salomè con la testa di Giovanni Battista” dal mercato antiquario francese.
I dipinti con le scene di genere colpiscono per la grazia che si trova anche nei soggetti sacri. Cerniera tra il Veneto e Roma, i poveri assumono con lui un nuovo protagonismo. Antonio Amorosi prese da Rossi la semplificazione della scena e l'innesto nella tradizione “bambocciante”. Rossi propone una pittura mai popolare in senso stretto, ma molto colta, anche nel caricaturale, che rimanda a modelli più antichi. Non c'è immediatezza. La materia è trattata con infinita morbidezza. Mistero sulle figlie del pittore, che forse lavoravano nella sua bottega.
Centrale nella visita è la chiesa di Santa Lucia, una delle chiese barocche più belle delle Marche per l'unità ambientale fra dipinti, stucchi e rivestimenti lignei. Il ciclo completo delle Storie di Santa Lucia, che circonda l'altare maggiore e fu commissionata dai padri silvestrini, è opera della piena maturità di Rossi, della fine degli anni Settanta, forse il suo capolavoro, in quanto sono presenti i due aspetti del suo dipingere: la pittura di genere e la pittura sacra. Mirabile l'episodio dell'elemosina di Santa Lucia, quegli affetti di vita quotidiana che connotano con un'aura particolare il sacro.
La mostra prosegue poi nel territorio: la chiesa di San Quirico a Serra San Quirico, le chiese di San Benedetto e dei SS. Biagio e Romualdo a Fabriano e la chiesa di San Bartolomeo a Cagli. Una pala di Fabriano è correggesca, nel senso che la Sacra Famiglia sulle nubi si ispira al Correggio, anche se il modello antico è interpretato col sentimento della contemporaneità. Invece le opere di Cagli sono più dure, più rigide, rivelano una stanchezza che le sposta temporalmente sul finire del secolo.
La mostra si definisce “ecologica”: il catalogo è stampato su carta certificata da legno biologico, come i pannelli dell'allestimento; ad ogni bambino in visita viene donata una pianta di corbezzolo; lo sponsor principale è il Consorzio Marche Verdi, che riunisce una trentina di cooperative su tutto il territorio regionale.
Serra San Quirico (AN), polo museale di Santa Lucia, fino al 13 settembre 2009, aperta fino al 31 maggio festivi e prefestivi dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19 (gli altri giorni su prenotazione allo 0731.880079), dal 1° giugno aperta dal martedì alla domenica dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 20 (lunedì chiuso), ingresso euro 5,00, catalogo Silvana Editoriale, infoline 0731.880079 – 199.151123 – 347.2802962, sito internet www.pasqualinorossi.info
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